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Paola Boni

Teoksen L'evocatore. La saga di Amon vol. 1 tekijä

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No, non fa per me, spiacente.
Il tratto non mi piace, in generale sono un'accanita lettrice di manga ma in questo caso non è scattata la scintilla. Mi piace la storia ma il tratto non mi conquista, peccato.
 
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Nasreen44 | Jun 8, 2017 |
Eccoci con il secondo romanzo della trilogia "Amon", di Paola Boni. E' passato un anno dal primo romanzo e, assieme alla scrittrice, è mutato anche il metro di giudizio con il quale giudico questo libro. E' questa la ragione che mi porta a dare sempre tre stelle a questo romanzo benché sia, senza dubbio, migliore del primo sotto quasi tutti i punti di vista.

Le danze si riaprono dal terzo Tempio del Sentiero dell'evocazione, già qua siamo tentati a sfogare la nostra frustrazione su tutto quello che ci capita a tiro e, per l'ennesima volta, ritroviamo conferma che la campagna pubblicitaria attuata dalla Casini Editore nei confronti della saga Amon sia, in realtà, più un danno che un vantaggio. Infatti, hanno deciso di ricavare un "fumetto" dalla trama dei primi due templi. Non sappiamo quale mente geniale abbia partorito questa idea, ma è da bocciare. Assolutamente.

Spiacente per la lezione, forse inutile visto che non c'è peggior sordo di chi non vuol setire, ma è il LIBRO il cuore e il punto di partenza di tutta la campagna marketing! Il lettore deve aver la possibilità di conoscere TUTTA la storia leggendo i libri, non solo quello che vi pare per fargli comprare il fumetto! Potete fare spille, video, poster e quello che volete ma io, pirla che leggo il secondo libro, voglio sapere che succede nei primi due templi e non passare mezz'ora nel tentativo di capire perché, questo inizio, sembra così fastidiosamente scollegato dal precedente romanzo!

Sta diventando fortemente fastidioso tutto questo marketing attorno ad una saga che, altrimenti, sarebbe assolutamente godibile. Purtroppo, però, i commenti dei lettori in libreria sono "Tutta questa roba per un libro? Neanche fosse Harry Potter!", chiaro? Quello che fa più arrabbiare è che il materiale su cui puntare la casa editrice l'avrebbe perché Paola Boni è giovane, forse inesperta come dicono molti, ma ha fantasia, estro, capacità narrative e chiaramente si sa migliorare ed evolvere, come autrice. Questo secondo romanzo ne è una prova concreta, per chi fosse ancora scettico. Il rischio di bruciarla, se continuano a sminuire il suo romanzo bombardando i lettori di trovate inutili e dannose come questa, è concreto.

Tornando al romanzo, possiamo dire che uno dei punti che sono stati risolti benino è il cambiamento di POV che viene sostituito in parte con i frammenti del diario di Claire. Gli altri personaggi continuano a confonderci un po' con i cambi repentini di POV, ma è tutto molto più gestibile del precedente romanzo, migliore e più curato. Anche la questione refusi sembra essere migliorata, finalmente.

L'effetto "manga", come rinominato da alcuni, è stato praticamente eliminato e questo ci rende la lettura delle scene d'azione (che abbondano con tanto di sangue annesso e connesso) sempre più piacevoli. Sono veloci, scenografiche e coinvolgenti: senza dubbio, rappresentano un punto di forza di Paola Boni.

Anche i personaggi di Claire e Daniel assumono maggiore importanza anche se, ad un buon lettore, uno dei protagonisti silenti di questo romanzo è la Scelta. Tutto ruota intorno alla scelta di Daniel. Combattere o accettare il proprio destino? Chi avrà la meglio alla fine del sentiero? E quali saranno le conseguenze di questa scelta? Come reagiranno gli altri di fronte alla sua decisione? E Claire? Quale sarà, invece, la scelta della giovane?

Daniel arriverà alla fine del fantomatico sentiero, Claire affinerà le sue capacità magiche, e David e Gael...
Purtroppo i frammenti ironici di Baal sono stati drasticamente ridotti ma, a prescindere dai gusti personali, la scelta risulta appropriata con l'intero assetto del romanzo, che abbandona fin dall'inizio i toni più tranquilli e sereni del primo libro. Che peccato, però, Baal è veramente un personaggio incredibile.

E' un romanzo cupo, decisamente dark e dalle tinte sanguinee (sangue versato da diversi innocenti). Anima pura o Anima dannata? Quale sarà la via da percorrere in un ambiente dove bene e male sembrano fin troppo intimi e quasi inscindibili?

Barcellona, Berlino e una vasta gamma di tradizioni pagane europee che si amalgamano con il nostro mondo rendendolo diverso, più minaccioso e quasi irriconoscibile. I druidi, negromanti, demoni, famigli ed evocatori si contendono la scena continuamente, fra un capitolo e l'altro, riga dopo riga.

Un romanzo che, nonostante le critiche, preso singolarmente, benché non privo di difetti, è comunque una massima espressione di "accettazione", da parte dell'autrice, delle critiche ricevute in passato. Il suo stile è migliorato sensibilmente e si è evoluto al punto che non ci restano dubbi: il terzo e ultimo romanzo della trilogia sarà un piccolo gioiello. Dovremo solo scoprire quali saranno le tinte che lo faranno risplendere, secondo i desideri della Boni.

… (lisätietoja)
 
Merkitty asiattomaksi
Nasreen44 | Jun 8, 2017 |
Il fantasy di Paola Boni è, a mio avviso, uno delle migliori espressioni del fantasy esordiente italiano.

So bene che a primo impatto potrebbe essere un’affermazione decisamente azzardata, come sono altresì consapevole che esistono tutt’ora nel suo stile delle ingenuità piuttosto evidenti. Nonostante ciò, non riesco a far a meno di pensare che Paola Boni ha veramente tutte le carte in tavola per sfondare e confermarsi.

“L’Evocatore”, il primo libro della trilogia di Amon, è riuscito a confermare senza ombra di dubbio al mia opinione.

È infatti percepibile nel romanzo una netta evoluzione dello stile generale dell’autrice, al punto che sembra quasi scritto in due epoche, vicine, ma diverse.

L’inizio, infatti, è molto “giovane” e presenta alcune acerbità nella narrazione e nello stile che fanno quasi sorridere, o innervosire a seconda di chi sta leggendo.

Prendiamo ad esempio la scoperta di Clare del mondo demoniaco con tutte le stranezze annesse e connesse. Una reazione fin troppo tranquilla se consideriamo l’epoca disillusa e materialista nella quale viviamo. Forse nel medioevo sarebbe stata più “accettabile” la piccola crisi di scetticismo che ha affrontato la ragazza, ma non certo nel 2000.

Nonostante questo inizio zoppicante, dopo un po’ di capitoli lo stile della scrittrice si evolve velocemente e con costanza. È indubbiamente percepibile la “crescita” stilistica della Boni che rende la trama sempre più intrigante e complessa, i personaggi assumono spessore e le interazioni stesse fra loro diventano sempre più interessanti e mature.

Daniel finalmente sembra esprimere tutto il suo potenziale di “protagonista”, affascinando il lettore ogni volta che il suo lato più sanguinario viene a galla. Non è il classico “buono” ma, bensì, è un ragazzo buono con un potere negativo fra le mani. Potere che tenta di avvilupparlo fra le sue spire ma, almeno per adesso, sembra che Daniel sia in grado di mantenere il controllo della situazione. Almeno la maggior parte delle volte.

Baal è il mio personaggio preferito. Non è il classico cattivo redento, niente affatto. Piuttosto è un essere malvagio in grado di manipolare il suo prossimo per arrivare al suo intento, e la cosa affascinante è che non si interessa minimamente di nasconderlo!

Per lei l’importante è tornare al suo vecchio immenso potere demoniaco e potrà farlo solo se tiene in vita Daniel e lo porta a sviluppare le sue potenzialità. In alcuni momenti sembra quasi che la lunga convivenza con l’Evocatore abbia intaccato la sua indole, potrebbe quasi apparire interessata alla sua esistenza come essere umano e non come Evocatore, ma sono solo brevi incerti attimi. Il comportamento capriccioso che rievoca molte volte un’adolesciente in crisi ormonale la rende un personaggio davvero originale.

L’intrigo su cui si sviluppa la trama è piuttosto complesso e, all’inizio soprattutto, il lettore potrebbe rimanere un attimo spaesato. Paola Boni, però, e brava e nell’arco del romanzo riesce delicatamente a fare il punto della situazione per non permettere al lettore di perdere nessun punto saliente. Non usa scontati trucchetti riepilogativi da discorso diretto ma viene spesso in aiuto al lettore non usando praticamente mai l’infodump.

Un altro elemento estremamente positivo sono le battaglie. Le scene sono narrate con minuzia e mostrate al lettore come se fosse presente ad assistere allo scontro. Dobbiamo senza dubbio complimentarci per la fantasia dell’autrice.

Un altro aspetto positivo di questo libro è la grafica. Copertina, cofanetto (Stupendo! Anche se io avrei creato un cofanetto per la trilogia. Sicuramente più utile…) e illustrazioni interne sono curate al massimo grazie alla collaborazione di Sara Forlenza. Anche il piccolo prontuario sui Demoni che troviamo alla fine è assolutamente d’aiuto per comprendere davvero il libro e le molte razze presenti; l’impaginazione grafica del prontuario è molto bella.

Non ho davvero compreso perché la Casini non abbia numerato le pagine, magari sarà anche carino (per alcuni) ma personalmente l’ho trovato fastidioso e inutile. Ammesso che volessi citare un passo del libro o segnalare un errore o anche un frase particolarmente evocativa la mancanza della pagina rende il tutto più complesso. No, non ho apprezzato questo particolare.

Come dicevo all’inizio si percepisce una sorta di incertezza dell’autrice, come se avesse iniziato il libro quando il suo stile non era ancora completamente maturato, ed è forse è per questo motivo che è possibile trovare alcuni errori stilistici e qualche refuso all’inizio del libro. Questi, però, andando avanti nella lettura, diminuiscono sempre di più. Non riesco a capire se è lo stile di Paola Boni ad aver fatto un salto di qualità assoluto o se è stata la Casini (casa editrice) a non curare il testo come avrebbe dovuto.

In ogni caso credo che l’autrice abbia ampiamente dimostrato di essere in grado di evolversi e migliorarsi da sola. Non ci resta che attendere con trepidazione maggio 2011, data prevista per l’uscita del secondo libro.


articolo completo:http://sognandoleggendo.net/blog/?p=82
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Merkitty asiattomaksi
Nasreen44 | Jun 8, 2017 |
non è proprio il mio genere, ma...
ho voluto leggerlo per curiosità: nel rutilante mondo di aNobii ho avuto modo di conoscere e poi incontrare di persona l'autrice, quasi prima ancora di sapere che avesse pubblicato un libro; Paola Boni è una persona discreta, che non spamma, che non ti copre di mail e di inviti a comprare o leggere la sua opera, per cui, conoscendola, è nata in me una sana curiosità sulla persona e su quel che, così giovane, potesse aver consegnato alle stampe.
ogni adolescenza che si rispetti attraversa una parte buia e nera, un affacciarsi su un "vuoto della ragione che genera mostri" (F. Goya): per quelli della mia generazione è stato l'occultismo, le sedute spiritiche, la tavoletta ouiya, il lasciare acceso di notte un registratore in una casa vuota, la camera Kirlian... e mi è andata bene! quelli prima di me hanno avuto gli acidi e l'eroina; i giovani ora, evidentemente, hanno i vampiri o, peggio, le sette (sataniche o meno).
la vigilia dell'utlimo anno di scuola poi è il momento forse più alto di un certo smarrimento: il non sapere cosa si farà dopo, il non essere uguali a nessuno, nemmeno più a sé stessi peché si è in continuo divenire; anche chi ha la via già tracciata da scelte proprie o altrui ne è toccato, perché inevitabilmente la fine delle superiori ci toglie da una dimensione corale per farci individui.
il vampiro è un essere immortale e forse l'attrazione odierna verso questi non morti è solo la ricerca della vita e dell'amore eterno, con l'assolutismo e l'egoismo tipico dell'età giovanile. il per sempre eternamente bello, giovane, tribolato e dannato.
non essendo una cultrice del genere non sono in grado di dire se Paola Boni si è ispirata o è stata influenzata dalla sue letture: posso dire che la narrazione è ben costruita e bilanciata, senza discrepanze spazio-temporali, senza elementi non-spiegati o che il lettore debba accettare come postulati (che avrei trovato irritanti); i flash-back sono usati con moderazione e esclusivamente in momenti funzionali alla storia; lo stile narrativo a conti fatti mi è piaciuto (tranne alcune sbavature, di cui, come dell'editing carente, ho parlato all'utrice). Paola Boni maturerà e fara ancora meglio.
riporto un passo che dà voce a qualcosa che tutti, uomini o donne, giovani o meno, abbiamo vissuto in qualche momento della nostra vita:

Nonostante tutto però, mi rendevo conto che per quanto mi sforzassi di negare l'evidenza, io ero una persona sola: le poche amiche che considervavo tali si contavano sulle dita di una mano e sebbene cercassi di essere totalmente sincera con loro, finivo sempre per creare come una barriera attorno al mio cuore che mi permetteva di tenere nascosto ciò che non volevo si sapesse di me.
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ShanaPat | Jul 29, 2012 |

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