100 chilometri a Sud del Circolo Polare Artico; 300 chilometri ad Ovest dell’ Islanda, ultimo lembo Occidentale d’ Europa: eccoci ar¬ri¬vati in Groenlandia Orientale.
Kulusuk, in Danese Kap Dan – con il suo minuscolo aero¬por¬to, la pista in terra battuta ed il panorama direttamente sugli iceberg – ci dà il benvenuto con cielo grigio, nubi basse ed una pioggerellina fine che sembra provenire da ogni punto car¬dinale.
Non ci sono formalità di ingresso nel Paese; sbar¬chia¬mo e – in attesa del nuovo trasferimento – ci affac¬cia¬mo all’ esterno dell’ aeroporto: il villaggio non si vede, è aldilà di una piccola altura, a circa quaranta minuti di cammino. Ci muoviamo in uno sce¬na¬rio affascinante e nuovo: tundra glaciale punteggiata di fiori artici; ru¬scel¬li e laghi; qualche chiazza di neve e tanto verde-bruno in un silenzio che stranisce.
Il tempo varia con rapidità, passiamo dalla pioggia al cielo sereno, cui fa seguito una nebbia densa proveniente dagli iceberg della baia; abbiamo poco tempo prima del volo in elicottero che ci porterà a Tasiilaq e possiamo solo avviarci brevemente lungo il sentiero che porta al paese; non c’è trac¬cia umana in giro, a parte un incongruo pallone da calcio che galleggia indomito in un ruscello glaciale; trasportato lì forse dal disgelo o perso da qualche bambino che giocava.