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Ladataan... Cain (2009)Tekijä: José Saramago
Ladataan...
Kirjaudu LibraryThingiin nähdäksesi, pidätkö tästä kirjasta vai et. Ei tämänhetkisiä Keskustelu-viestiketjuja tästä kirjasta. I gave this book 5 stars to partly counter the reviews that deduct stars on account of Saramago's grammatical style. All his books, that I have read, use a similar style. I can't say I love the run-on sentences without capitalization, punctuation, format or informative terminations such as question marks, etc, but I will say that Saramago is bursting with things to get on to paper and I think the style makes me aware of his energy. With Saramago, it is not about the grammar, it is about the forcefulness and confidence of the prose. Think of a person opposite you ranting nonstop - and yet you are engaged. Spoiler: Be warned that Saramago might make you question your faith or belief in god. He seems to deal with every question I had reading the old testament as a child, starting with How did Adam and Eve start the human race if they only had two sons and one killed the other? Nothing, nothing is sacred to Saramago. Another spoiler: I did not appreciate the abrupt ending. For me, it did not tie up the book in any way and I even wonder if he actually finished writing it before he died. Did someone just say "ok, everyone dies and lets pretend he wrote it like that" ? Dezembro de 2022. Se anteriormente fiz algumas releituras de que me arrependi, reler Caim foi uma experiência de leitura muito superior à primeira. Adorei como Saramago, em cerca de 180 páginas, reconta várias histórias do antigo testamento, com uma visão acutilante, irónica, sarcástica e humorística. Saramago era, sem dúvida, um génio da escrita. No entanto, penso que este livro será melhor apreciado por pessoas que conheçam as histórias contadas na biblia, caso contrário poderão não compreender tudo o que aqui está escrito. Preferisco chiarirlo subito: questo libro potrebbe risultare indigesto, anche un po' blasfemo, per chi, tra le pieghe della propria fede, non si offre a visioni alternative o minimamente critiche e vive le “scritture” come un postulato. In fondo, Saramago, è un peccatore e non ne fa segreto, nemmeno ci pensa a nascondersi dietro la sua penna che usa come una lama tagliente, anche e soprattutto quando parla di religione o si tira in ballo Dio. Lo fa umanizzandolo, anzi disumanizzandolo, perché il Signore di cui ci narra il Nobel portoghese per la letteratura è tutt’altro che magnanimo, per nulla simpatico e pure poco propenso al perdono, affetto così com’è, e vien quasi da riderne a scriverlo, da un incontenibile delirio di onnipotenza. Ma è forse questo che Saramago vuole mostrarci nella sua dissacrante rilettura degli eventi biblici che costituiscono l’ossatura del romanzo: non è forse vero che nel libro della Genesi 1,26 leggiamo che al sesto giorno Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”? E se è così che supponiamo o crediamo fermamente sia andata, non potrebbe essere allora che qualche difettuccio di cui è malata questa nostra umanità sia stato trasmesso proprio dal Creatore. Tant’è che già qualcosa non funziona sin dal paradiso terrestre di Saramago, nel quale, costola o non costola, tutto ha inizio con un Adamo smarrito, non particolarmente intraprendente, ed una Eva che, invece, la sa lunga sul peccato originale, che poi tanto originale parrebbe non essere visto che pare saper bene come gira il mondo e già ben usa ciò che da Adamo la differenzia, per trarne vantaggio e soddisfazione. Bene, se queste poche parole che ho utilizzato per introdurre alla lettura di “Caino” vi hanno turbato, irritato, ferito, allora questo libro non fa per voi. Lasciatelo nella vetrina della libreria. Paradossalmente però, per le citazioni storico religiose di questo testo, diventa assai difficile godere appieno della sua lettura se non si possiedono le minime conoscenze, e forse qualcosa di più, della Bibbia e degli eventi che in essa sono descritti. Vi si trovano, infatti, pur con una visione tutt’altro che ortodossa e clericale, gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall’Eden, le avventure con la divina peccatrice ed insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, i fatti del vitello d’oro, la messa alla prova del povero Giobbe, sino alla perigliosa navigazione dell’arca di Noè e del diluvio universale. Saramago ci casca ancora, e lo fa a vent’anni di distanza dal suo “Vangelo secondo Gesù Cristo” in cui ci offriva una rielaborazione del Nuovo Testamento che scandalizzò il clero cattolico portoghese e italiano. Lo fa, questa volta, reinterpretando l’Antico Testamento e adottando quale narratore errante in groppa ad somaro, nello spazio e nel tempo degli eventi raccontati il personaggio negativo per antonomasia: Caino. Ma tutto appare sottosopra e il fratricida si trova a rivestire un ruolo talmente umano, nel bene e nel male che lo circondano, che quasi gli si perdona il peccato capitale che lo ha marchiato e che, a tratti, pare una distrazione innanzi ad un dio talmente malvagio, ingiusto, invidioso e forse annoiato che, non sapendo veramente ciò che vuole, se la prende con gli uomini (donne, vecchi e bambini inclusi) incenerendoli, trasformandoli in sale o riempiendoli di piaghe, dispettoso e permaloso quasi come un adolescente arrogante dinanzi ad un formicaio. Un arrogante che lo stesso Caino riprende a più riprese, facendogli addirittura pesare la colpa di esser stato lui, in fondo, per i suoi capricci di supereroe, a mettere zizzania in famiglia, a spingerlo ai uccidere il fratello. Ma non serve a nulla perché “la morte è vietata agli dèi anche se dovrebbero farsi carico di tutti crimini commessi in loro nome o per causa loro”. Ammetto che, affrontando la lettura nel modo e con lo spirito giusto, ci si diverte un mondo. Soprattutto quando è il viaggiatore Caino a farci notare che le cose potrebbero non essere come per millenni sono state raccontate: non ha eguali la scena in cui Abramo sta per sacrificare il figlio Isacco, con l’angelo che giunge in ritardo e le domande assillanti di un figlio che, scampato alla morte, con inoppugnabile logica infantile instilla nel padre i dubbi sulla sua fede. Anche se forse l’intento non è tanto di strapparci un sorriso, ma di farci riflettere. Non a caso Saramago, che esaspera in “Caino” il suo stile di scrittura caratterizzato dalla mancanza dei segni di punteggiatura e da periodi quasi da apnea, sceglie qui di non usare mai la maiuscola per i nomi propri. Non solo, nel raccontare egli s’impiccia, si fa riconoscere con virtuosismi da prima persona, spiegazioni su scelte lessicali e di percorso, valutazioni personali. Ed è forse per questo che alimenta il lettore con un ritmo serrato, intenso, con quell’ironia arguta e sottile, con i toni canzonatori e provocanti nei quali è forte la figura di un dio sterminatore, non indulgente, che scommette con il diavolo quasi fosse un vecchio amico (interessante il parallelismo con la scena della barca nel “Vangelo secondo Gesù Cristo”). Senza svelare l’essenza del racconto con un odioso riassunto dei fatti, mi basta sottolineare che in questo romanzo c’è un Saramago che ci mette in guardia dai dogmi religiosi, dall’integralismo intransigente, da qualunque parte esso provenga. C'è una palese insofferenza all’autoritarismo religioso, una critica alle regole di un ordine in cui al tanto professato libero arbitrio si risponde con una condanna della libertà di essere solo ciò che si vuole essere. C’è la visione di una santa apocalisse in cui interi popoli sono e possono essere sterminati in nome di una fede. In questo capovolgimento di ruoli, nella presa di coscienza di un Caino che non si fa più scrupoli nel canzonare la divinità suprema, così pure di accreditarlo al ruolo di stragista celeste in nome di un superiorità immeritata, c’è spazio anche per la resa finale. Tra i flutti di un diluvio, progettato ad arte per lo sterminio dell’umanità, tra animali sballottati dai frutti e la promiscua famiglia di Noè destinata al ripopolamento dello zoo umano, Caino interpreta alla perfezione le antiche scritture e porta a compimento la sua azione di disturbo ai piani del creatore, fedele al motto “se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro, frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente”.
Que la obra de Caín de José de Saramago, es muy buena y nos da entender la bipolaridad de DIOS que a muchos le causa frustración ya que muchas personas lo pintaban de ser un Dios bueno pero al final de leer lo que les hizo en sodoma y gomorra y que la mayoria de la gente de ese lugar pagara los platos rotos por solo unas cuantas personas es muy injunto y de ahí por que Dios es bipolar, podria hasta decirse que a Dios es quien decide quien puede vivir y quien no pero en eso esta gente buena y que ahi es cunado los meten en un solo saco y el señor es quien mata indiscriminadamente y por lo cual Caín al final de la obra se venga matando a todos los de la arca de Noe y el es al final quien empieza a recrear a la humanidad.
"In this, his last novel, Saramago daringly reimagines the characters and narratives of the Bible through the story of Cain. Condemned to wander forever after he kills Abel, he is whisked around in time and space. He experiences the almost-sacrifice of Isaac by Abraham, the Tower of Babel, the destruction of Sodom and Gomorrah, Joshua at the battle of Jericho, Job's ordeal, and finally Noah's ark and the Flood. And over and over again Cain encounters an unjust, even cruel God. A startling, beautifully written, and powerful book, in all ways a fitting end to Saramago's extraordinary career"-- Kirjastojen kuvailuja ei löytynyt. |
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For the most part it is incredibly well written, funny and clinical in its highlighting of the bible's flaws. Sometimes however it seems to tail off a little, whether this was to do with Saramago being near to the end of his life, I dont know. All in all though this doesnt detract from a clever story by a literary great (it's also quite short if you find Saramago's unique punctuationstyle a tough slog) I strongly recommend, a very good read! ( )