L'amore cantato come una "dolceamara invincibile serpe", che sconvolge l'animo con la felicità ed il dolore al quale è impossibile resistere. Questo il tema dominante della più celebre poetessa del mondo antico.
La bella edizione curata da Savino offre l'ineguagliabile traduzione di Quasimodo, di alcuni frammenti e accoglie tutta l'opera superstite di Saffo di Lesbo, vissuta tra il VII e il VI secolo a.C. Fu a capo di un tiaso femminile, un circolo o una confraternita, potremmo dire, dedito al culto di una divinità ma soprattutto delle Muse, in un'atmosfera raffinata e colta. La poesia di Saffo canta la bellezza, l'amore, il senso del tempo che fugge, la giovinezza perduta, il sentimento tradito che fa invocare la morte.
La poetessa visita anche il mito, dedicando versi in pentametrici eolici, di cui ci è pervenuto un ampio frammento dedicato all'incontro di Ettore con la sposa Andromaca.
La sua poesia è caratterizzata da grande compostezza ed equilibrio e al pari dell'opera di Alceo e Anacreonte, è poesia immortale. ( )