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Ladataan... O carteiro de Pablo Neruda (1983)Tekijä: António Skármeta
TeostiedotNerudan postinkantaja (tekijä: Antonio Skármeta) (1983)
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Ei tämänhetkisiä Keskustelu-viestiketjuja tästä kirjasta. En esta novela, Skármeta mezcla la realidad con la ficción: toma a Pablo Neruda como personaje y recrea un periodo de su vida en Isla Negra antes y durante el golpe de Estado de 1973, en Chile. El otro protagonista es Mario Jiménez, un joven pescador que abandona su oficio para convertirse en cartero de Isla Negra. Allí, el único que recibe y envía correspondencia es Neruda. Un día, ambos personajes entablan una relación que profundiza en uno de los temas centrales de la novela: “la poesía no es de quien la escribe, sino de quien la necesita”. 8447312194 468-1 Heillandi saga, ljúfsár, myndræn saga og umfram allt hlýlegt ástarævintýri. Við kynnumst verðandi nóbelsskáldinu Pablo Neruda og póstmanninum Mario Jiménez sem hrífst af ljóðlist Nerudas. Hann er hins vegar óframfærinn og fellur fyrir ungri stúlku en getur ekki stunið upp orði nærri henni. Til að heilla hana afræður Jiménez að fá aðstoð Nerudas sem kennir honum undirstöðuatriði ljóðlistarinnar og þá sérstaklega myndhverfingar. Þetta er ein af þeim bókum sem mér leið afskaplega vel við að lesa og heillandi myndhverfingarnar juku bara nautnina. Ekki var verra að mér fannst þýðing Svanhvítar Lilju Ingólfsdóttur frá Engi í Laugarási stórfín og hún á hrós skilið. ei arvosteluja | lisää arvostelu
Tämä on uudelleenkerrottu:Chileno! (tekijä: Antonio Skármeta) Mukaelmia:Il Postino [1994 film] (tekijä: Michael Radford)
The unforgettable inspiration for the Academy Award-winning Il Postino, this classic novel established Antonio Skármeta's reputation as "one of the most representative authors of the post-boom generation in contemporary Latin American letters" (Christian Science Monitor). Boisterously funny and passionate, The Postman tells of young love ignited by the poetry of Pablo Neruda. Set in the colorful, ebullient years preceding the Pinochet dictatorship in Chile, the book has been translated into nearly twenty-five languages around the world. Kirjastojen kuvailuja ei löytynyt. |
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Il postino di Neruda, dal quale è stato liberamente tratto Il postino, l’ultimo film di Massimo Troisi, è un romanzo bizzarro: molto breve – si legge in un soffio – e apparentemente privo di elementi memorabili, eppure permanerà nella vostra mente anche dopo la fine della lettura.
È un romanzo che per gran parte delle sue pagine si svolge con un tono scanzonato e ironico: infatti, sebbene si abbia ben presto sentore (anche per gli evidenti riferimenti alla storia cilena e alla presenza di un poeta come Neruda) che gli eventi avranno una svolta drammatica, non è affatto amarezza ciò che mi ha trasmesso. Neanche il caffè amaro con il quale si conclude il romanzo c’è riuscito.
Piuttosto, l’ho trovato un libro consolatorio: si parla di come la poesia accenda gli animi delle persone e riesca a dar loro la spinta per credere in un sogno e magari anche la forza per cercare di realizzarlo. Mario Jiménez non può che farci simpatia mentre succhia linfa poetica da Neruda che, sebbene guardi con affetto a questo suo nuovo amico, non può fare a meno di cercare di mettere un freno ai suoi entusiasmi («La poesia non è di chi la scrive, ma di chi la usa!» - «Questa bella frase democratica mi piace molto, ma non spingiamo la democrazia tanto oltre da mettere ai voti chi debba essere il padre all'interno della famiglia»).
La poesia, infatti, può essere pericolosa: lo sa bene Rosa González, che l’apprezza, ma ne conosce bene il potere persuasivo. Prova a mettere in guardia la figlia, a strigliare Neruda e a guardare in cagnesco Mario, ma invano. La poesia è forte e, quando domina i sentimenti, non c’è ragione che tenga…
Così diceva Neruda, ricevendo il Premio Nobel per la letteratura:
«Esattamente cento anni fa, un povero splendido poeta, il più grande e atroce dei disperati, scrisse questa profezia: A l'aurore, armés d'une ardente patience, nous entrerons aux splendides villes. "All'alba, armati di ardente pazienza, entreremo nelle città splendide".
«Io credo in questa profezia di Rimbaud, il veggente. Io vengo da un'oscura provincia, da un paese che la geografia ha separato di netto dagli altri. Fui il più derelitto dei poeti, e la mia poesia fu regionale, dolorosa e piovosa. Ma ho sempre avuto fede nell'uomo. Non ho mai perso la speranza. Perciò sono arrivato fin qui, con la mia poesia e la mia bandiera.
«In conclusione devo dire agli uomini di buona volontà, ai lavoratori, ai poeti, che l'intero avvenire è espresso in quella frase di Rimbaud: soltanto con ardente pazienza conquisteremo la splendida città che darà luce, giustizia e dignità a tutti gli uomini.
«Così, la poesia non avrà cantato invano». (