Ik doe weer eens lekker mee met de massa en lees in dit coronatijdperk De Pest. Door de eerste helft vloog ik als een trein heen. Ik vond de zinnen prachtig, ik leerde de personages kennen en vond het ook fascinerend hoeveel gelijkenissen er waren met het leven en de situatie nu. De tweede helft kwam ik sommige stukken maar moeilijk door (lag misschien ook aan mijn eigen concentratie?) en ik was blij toen ik het boek uiteindelijk uit had. Maar toch zeker wel een interessant boek om (zeker nu!) te lezen. ( )

Overall, I'd say that Camus is my favorite writer, and this book is compelling. He was so insightful about human beings it amazes me. This is a deeply uncomfortable and partially mournful novel but well worth reading. ( )

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Confesso che la prima metà de La peste mi ha terribilmente annoiato: mi è sembrato che Camus si trastullasse con la storia rimandando il momento in cui avrebbe tirato le fila (e ancora lo penso: Camus, dal basso della mia insignificanza, ti dico che qui ti sei baloccato un po’ troppo).

Questa mia insofferenza per la prima parte, però, si è portata con sé con riflessione interessante: io sono proprio il tipo di persona che minimizza i sintomi della peste perché, porca merda, non possiamo essere così stupidu da fare un accordo con le milizie libiche che torturano la gente e aspettarci che tutto vada a meraviglia. E invece c’è chi ancora se ne vanta.

Com’è possibile che una persona, di carne e sangue come me, non sia disturbata dal fatto che il governo italiano abbia di fatto appoggiato un sistema del genere? Voglio dire, non sono né particolarmente buona né particolarmente intelligente, non c’è davvero niente che mi renda speciale. Però mi repelle il superamento di certi limiti.

Perché?

Non lo so. So solo che mi è stato insegnato che esistono diritti umani considerati inalienabili dalla cultura nella quale sono nata e cresciuta. Ho solo fatto mio quell’insegnamento: l’ho lasciato diventare parte di me e dell’ideale al quale aspiro. So di non essere spesso all’altezza del mio ideale, ma mi sforzo di arrivarci.

Come ci dice Camus, la peste – la volontà e la capacità di fare del male come la nostra indifferenza di fronte a esso – è una malattia latente: bisogna vaccinarsi e ricordarsi di fare il richiamo. Non è mai eradicata una volta per tutte: meno la vediamo e meno ci ricordiamo del richiamo; più si diffonde e più diventa faticoso evitare il contagio.

La seconda metà de La peste mi ha ricordato che è importante continuare a faticare, anche quando è inutile, anche quando è senza senso. Spero solo di averne sempre la forza. ( )

Here's what I wrote in 2008 about this read: "Haunting, actually. Found this unexpectedly in the GSLC library; plague visits an Northern African (Algerian) community, and its inhabitants deal with the losses and isolation." The novel became a bestseller during the worldwide COVID-19 pandemic of 2020 to the point that its British publisher Penguin Classics reported struggling to keep up with demand. The prescience of the fictional cordon sanitaire of Oran with real-life COVID-19 lockdowns worldwide brought revived popular attention. Sales in Italy tripled and it became a top-ten bestseller during its nationwide lockdown. ( )

A book that is super relevant in our current times. It is all about a plague that strikes a town, and the town gets quarantined. It discusses the psychology and philosophy of loneliness/quarantine, collective responsibility, love vs duty, and many other issues that we have to deal with in this current time of COVID.

This is my second book by Comus, the first being The Stranger. I find the premise of this book to be much more interesting that The Stranger, but the writing is much, much poorer, which I attribute to the translation (Stuart Gilbert). The Stranger I read in one day (almost one sitting), whereas The Plague I haven't read more than 30 pages at a time. The writing just feels a little too wordy, and a bit clumsy. It's a lot of work to read. Matthew Ward's translation of The Stranger was effortless to read.

I'm hoping to re-read this at some point with a different translation. Nonetheless, it was a fascinating story, and I couldn't believe how many parallels I could draw to our current times. ( )